Comunità in gioco

Vista l’emergenza sanitaria e le norme previste per i centri estivi, non è stato possibile proporre le attività estive così come sono si sono svolte in passato. Come parrocchia vi segnaliamo però questa iniziativa nata in collaborazione con il centro pastorale diocesano giovani e ragazzi.

COMUNITÀ IN GIOCO

Se vi sono alcune famiglie che in maniera spontanea decidono di radunare i loro figli dandosi il turno per tenerli, trovandosi a casa di qualcuno o nei cortili dei condomini, la parrocchia si rende disponibile per aiutare i genitori a ideare e realizzare le giornate con giochi, animazione, riflessioni e molto altro.

Non si tratta di un’attività svolta ed organizzata dalla parrocchia, poiché vista la situazione sanitaria, non può rispondere a livello giuridico. Essa si limita a fornire suggerimenti e materiali e inoltre, attraverso delle figure formate, accompagna nell‘organizzazione le famiglie che decidono di far partire questa attività privatamente.

La proposta

In questo modello non è compito della parrocchia organizzare, ma ispirare una nuova modalità educativa e di accompagnamento alla fede dei bambini e dei ragazzi.

È un’attività rivolta solo a piccoli gruppi di famiglie. In questo modo diventa l’occasione di valorizzare la realtà della famiglia come soggetto responsabile e protagonista dell’azione pastorale. Riunisce le persone attraverso un patto di fiducia secondo alcuni criteri, come ad esempio i legami di parentela, i legami amicali, l’abitazione nello stesso territorio, via o palazzo.

Gli adulti interessati, tenendo conto degli impegni personali e lavorativi, sono interpellati a costruire un calendario, in modo che ci sia la presenza di almeno una persona maggiorenne per gruppo, composto da quattro o cinque famiglie a cui direttamente affidano i propri figli.

L’adulto garantisce la presenza, ma per l’animazione dell’attività può essere coadiuvato da un giovane dello stesso nucleo famigliare, o del vicinato. Qualora ci fosse necessità di un ulteriore aiuto per realizzare questa esperienza, la parrocchia può fare presente l’eventuale disponibilità di ulteriori figure con cui il nucleo famigliare può prendere accordi. 

La parrocchia o il Centro di pastorale custodisce la dimensione comunitaria delle singole iniziative, fornendo la formazione, il contenitore comunitario e il materiale per l’animazione, il gioco, la preghiera, mantenendo così una comunione di contenuti e finalità. La parrocchia non è organizzatrice né risponde a livello giuridico della proposta che è in tutto affidata ad un patto di fiducia tra le famiglie.

Siamo consapevoli che non sarà possibile raggiungere tutte le famiglie, ma per molte sarà l’occasione di avviare un circolo virtuoso. La sfida è quella di raggiungere le situazioni di più alta fragilità, anche tenendo conto dei criteri individuati nel decreto della Regione. Serve il coraggio di uscire dalla prospettiva numerica per entrare in quella del bene possibile, in questo tempo cosi particolare. 

Persone

  • Le famiglie. La proposta è rivolta a tutti i nuclei famigliari come occasione di aggregazione spontanea di parenti o conoscenti o vicini di casa. È indispensabile la presenza di un adulto dedicato, tra chi ha la possibilità di prendersi una settimana di ferie o solo qualche giorno.
  • I bambini. L’iniziativa è pensata innanzitutto per bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
  • Gli animatori. Ribadiamo la necessità della presenza di adulti appartenenti alla famiglia oppure di persone adulte individuate e incaricate dalle famiglie stesse per l’assistenza ai minori. Per gli adulti incaricati dalle famiglie la diocesi fornirà un percorso di formazione sui contenuti delle attività.
  • Il prete. Non è l’organizzatore di questo evento estivo, ma piuttosto il motivatore. Pur non potendo essere direttamente interessato nelle attività, ha la grande occasione di rafforzare le relazioni con i propri parrocchiani, restando a loro disposizione per necessità di qualunque genere. È l’occasione di costruire una fitta rete di relazioni all’interno della comunità come esperienza di fede e di Chiesa.
  • I tutor-facilitatori. Sono figure che coadiuvano il parroco e le diverse famiglie nella gestione della proposta. Sono tutor perché accompagneranno il percorso delle famiglie nel far propria la proposta e sosterranno il parroco o il curato in questo percorso di comunità che si rimettono in gioco; sono facilitatori perché aiutano concretamente con materiali e attivazioni il percorso che le famiglie sceglieranno di intraprendere, pur non partecipando all’organizzazione o alla gestione dei singoli gruppi.

Come iniziare

  1. Le famiglie in maniera spontanea costituiscono un gruppo che vede radunati i loro figli
  2. Contattano la canonica per segnalare la nascita di questo gruppo
  3. Viene loro affiancato un tutor che spiega loro le varie attività possibili e fornisce consigli per l’organizzazione e i materiali.
  4. Il gruppo inizia l’esperienza con la possibilità di consultare i sacerdoti e il tutor ogni volta che lo ritiene opportuno

Approfondimento proposta