Oratorio di S.Maria al Bosco

La famiglia veronese dei Bianchi, che già dal Cinquecento era subentrata ai patrizi veneti Barbaro nella proprietà della tenuta Bosco, nel 1754 era rappresentata dal rev. don Girolamo Bianchi. La proprietà era formata da due fondi uniti, quello del Bosco, che era dotato di corte con casa padronale, e quello della Menghera. Queste contrade distavano tre miglia dalla chiesa parrocchiale di Bovolone, per cui gli abitanti della zona incontravano qualche difficoltà per recarsi ad ascoltare la santa messa e i sacerdoti della parrocchiale spesso non potevano arrivare a somministrare la Comunione agli infermi. Per ovviare a queste difficoltà, nel 1754 don Girolamo Bianchi inviò al vescovo di Verona la richiesta di costruire, a proprie spese, “una chiesa o sia un Oratorio vicino alla casa sul fondo di sua ragione in contrà del Bosco”.

Il 22 marzo dello stesso anno il vescovo Bragadino concesse al rev. Bianchi l’autorizzazione ad erigere la chiesa ed inoltre fornì “l’altare portatile consacrato” per celebrare nella chiesa. Essa venne dedicata alla Madonna, a San Girolamo e a San Francesco. La semplice chiesetta ad unica navata con absidola semicircolare e torretta campanaria presenta gli unici motivi di decoro nella facciata.

Il portale in tufo scanalato con architrave sorretto da due mensole e sormontato da una lunetta rivela il gusto neoclassico proprio della fine del Settecento. La facciata è conclusa da un timpano triangolare. L’aula interna è separata dalla sacrestia da una quinta in muratura al centro della quale è inserito l’altare antro l’arco trionfale.

Dal 1999 l’oratorio e la corte attigua sono di proprietà della famiglia Volpi che ne ha curato il restauro. Gli interventi si sono concentrati sulla sistemazione della copertura e sul rifacimento degli arredi interni andati rubati o distrutti negli anni. Degna di nota la sostituzione della pala d’altare, rimossa dal precedente proprietario, con una riproduzione della Madonna Sistina di Raffaello.  Purtroppo al momento risulta ancora mancante l’originale campana in bronzo del ‘700 rubata durante i lavori di restauro.

L’oratorio viene aperto al pubblico o risulta visibile in occasione di eventi e/o ricorrenze.