Chiesa di San Giuseppe

L’Arciprete don Tracco nel 1788 si era rivolto all’architetto veronese Luigi Trezza perché gli preparasse un progetto per ingrandire la vecchia chiesa di Bovolone. Gli eventi politici di quel tempo non gli permisero di realizzare la sua idea. Quando don Accordi divenne Arciprete del nostro paese riconsiderò il progetto dell’architetto Trezza ma l’impresa si presentò di non facile realizzazione per vari ostacoli. Fu così che a don Accordi venne l’ambiziosa idea di costruire una nuova chiesa più bella e più spaziosa e affidò la preparazione del progetto all’architetto milanese Luigi Clerichetti. Nel settembre 1839 il paese, rappresentato in assemblea da tutti i capi famiglia, approvò il progetto dell’architetto. Un mese dopo il consiglio comunale approvò la cessione alla parrocchia del terreno dell’antico camposanto del paese e l’autorizzazione di erigere sullo stesso la nuova chiesa. Il 19 settembre 1844 don Filippo Accordi, con solenne cerimonia, pose la prima pietra per la costruzione della nuova chiesa. Nel tempo molti ostacoli di varia natura fecero interrompere e riprendere i lavori facendo temere più volte l’abbandono del progetto. Fu don Lugoboni, nel 1911, che fece modificare dall’architetto trevigiano Domenico Rupolo, il progetto iniziale e, superate molte difficoltà, il 14 aprile 1913 si ripresero i lavori. In quell’anno furono elevati i muri perimetrali e l’anno dopo gettate le basi delle navate interne e costruite le tre absidi fino al cornicione. Ma quando le dodici colonne, per le arcate interne, erano già pronte per essere innalzate l’Italia entrava nella prima guerra mondiale; i lavori furono nuovamente sospesi. Ripresero, terminato l’evento bellico, nell’agosto 1922. Nel frattempo don Lugoboni, chiamato ad altri incarichi, lasciò la parrocchia nelle mani di don Bartolomeo Pezzo insieme ai molti debiti accumulati. La situazione sociale del paese, il denaro che non circolava più e i debiti ereditati sconsigliarono don Pezzo a proseguire  nell’impresa. Dal 1928 al 1933 i lavori si erano praticamente interrotti. Ma l’Arciprete non era uomo da arrendersi facilmente e nel 1934 con l’aiuto e l’entusiasmo di tutta la popolazione fece riprendere i lavori per riuscire a fare quanto di più urgente e necessario per poter celebrare nella nuova chiesa. Il 5 ottobre 1935 pur con il puro indispensabile per poter officiare, il Vescovo di Verona Mons. Cardinale, benedì e dedicò al culto la nuova chiesa. Passarono altri dieci anni e nonostante la penuria di mezzi e il passaggio attraverso il secondo conflitto mondiale, don Pezzo non si perse mai d’animo e piano piano provvide a quanto era necessario per poter consacrare definitivamente a Dio la nuova chiesa testimonianza della fede e della generosità di intere generazioni di bovolonesi. Il 6 ottobre 1945 il Vescovo, Mons. Cardinale, consacrò durante una solenne cerimonia e davanti al popolo bovolonese in tripudio, la nuova chiesa di Bovolone. Dal giorno della posa della prima pietra erano passati esattamente 101 anni e 16 giorni.

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L’imponente Chiesa che misura m. 64 x 25.5 è il frutto dell’integrazione tra i progetti dell’ architetto Clerichetti e del Rupolo che non testimoniano le correnti di pensiero caratteristici del primo Novecento ma un tentativo di coniugare il neoclassicismo e il rinascimento veneziano della facciata con i modelli paleocristiani di alcune chiese romane, adottati nelle navate e nell’abside; l’interno è illuminato da ampie monofore e separato in tre navate da colonne monolitiche di marmo rosso di  S. Ambrogio con capitelli corinzieschi, unite da archivolti a pieno centro. Gli emicicli che contengono gli altari sono separati dall’abside mediante un deambulatorio semicircolare. Nell’insieme la chiesa, pur destando alcune perplessità nelle soluzioni stilistiche, non manca di una sua luminosa spazialità. Negli anni la chiesa si è arricchita con marmi, quadri, decorazioni e ornamenti; l’altare maggiore in marmo, il crocefisso copia di quello del Tacca che si trova a Prato; i candelabri copia di quelli esistenti nella Certosa di Pavia; le due statue in bronzo raffiguranti S. Giuseppe e S. Biagio, fuse a Verona da Guastini su modello dello scultore Pighi furono donate dalle sorelle Scipioni. La soffittatura del presbiterio decorato dal pittore Fermo Ferrarese e quello della navata centrale e delle navate laterali decorate da Vittorio Magagnotti. Nel 1944 fu inaugurata la statua della Madonna di Fatima, opera della ditta Santifoller di Ortisei. Al lato dell’altare maggiore si può ammirare un olio su tela di 430cm. per 280 raffigurante S.Lorenzo in graticola, la tela restaurata di recente è del XVII° secolo, l’autore non è stato identificato perché la firma è quasi illeggibile. Nel 1979, l’interno è stato abbellito dal ricco pavimento delle navate in botticino, dono delle imprese edili del paese e nel 1980 arricchito da 250 banchi donati dagli artigiani di Bovolone. In tempi recenti, ricordiamo il bell’affresco del catino, opera del pittore veronese Marcello Vianello, e i bei mosaici  realizzati dal bovolonese Giovanni Cucco sui pilastri dell’arco trionfale.

La chiesa ospita il sarcofago dell’illustre Nicolò Ormaneto, parroco a Bovolone dal 1543 al 1570, una delle figure più grandi del clero veronese del 1500. Nell’aprile del 1998 la chiesa si è arricchita del nuovo Organo costruito dalla Casa Organaria Mascioni di Varese, opera apprezzata per lo stile architettonico, presenta innovazioni come la doppia trasmissione, meccanica ed elettrica, con impiego dell’elettronica. Ultimamente la cassa armonica è stata ricoperta con motivi ornamentali disegnati dall’artista artigiano Sergio Bellani e realizzati dalla Cooperativa “Il Pellicano”; è stato dotato ultimamente di una consolle-tastiera mobile. Dalla Chiesa si può accedere nell’abside dell’antico oratorio dedicato a San Biagio, Fermo e Rustico, dove dal 2005 è stato ricavato un luogo di culto dedicato alla Beata Madre Maria Mastena, nativa di Bovolone, dove è stata posta una statua in bronzo della Beata, opera del maestro Marco Bonechi, e il reliquiario; al centro del coro ligneo, sopra, si può ammirare una delle rare opere su tela del pittore Nicola Giolfino del primo ‘500 raffigurante i Santi Biagio, Fermo e Rustico. All’interno della chiesa, sopra l’ingresso principale mostra la sua luminosità e bellezza “La Crocifissione” il dipinto del grande maestro toscano Lorenzo Bonechi donato al parroco Don Renzo.

Nelle absidi degli altari laterali, mons. Bonetti Renzo ha fatto ricavare quattro nicchie che ospitano per la  devozione popolare le sculture lignee raffiguranti  S. Antonio che era già presente nella chiesa;  S. Francesco, antica statua ritrovata nei depositi della parrocchia; S. Pio da Pietralcina opera di un artista toscano, dono di un fedele, così come la statua di S. Giuseppe, patrono della comunità parrocchiale, di ottima fattura eseguita dall’artista artigiano Peter Mahlknecht di Ortisei. Tra le altre opere in legno presenti nella chiesa una particolare menzione va alla pregevole scultura ricavata da un unico tronco di legno, rappresentante il Crocifisso degli Sposi, opera di un artista artigiano trentino. Recente è il rifacimento delle porte laterali esterne ed interne e l’interno della porta principale eseguito da Armido e Stefano Colato; nuovi sono anche due confessionali. Le poltrone per i celebranti sono state sostituite con antiche poltrone ritrovate anch’esse nei depositi della parrocchia. Recenti sono anche i lavori effettuati nella parte sottostante l’abside dell’antica chiesa di S. Biagio durante i quali è stata ricavata una Cripta molto suggestiva dove perennemente è esposto il Santissimo. Questo luogo è meta di adorazione e preghiera continua da parte dei fedeli bovolonesi.

Alcune notizie sono tratte dal libro: “San Biagio di Bovolon” di Lino Turrini e: “La Pieve di Bovolone” di Remo Scola Gagliardi.